Invidia e shopping


Qui in spiaggia è pieno di coppiette armate di uno o più pupi. Io, di nuovo single, mi sento una specie in via di estinzione. Vista la situazione, penso che la cosa più sensata sia venire in spiaggia al mattino prestissimo, quando ancora in giro ci sono solo pensionati in cerca di vongole, o al tramonto, quando sono ormai tutti a cena.
Mi ci vuole una buona mezzora di corsa e una sessione di shopping semi-compulsivo per calmarmi e giungere alla conclusione che ci saranno sempre mille motivi per essere gelosi di chiunque. Non importa che io sia single o sposata, ricca o povera, mangiauomini o timida. Visti col filtro dell'invidia, gli altri ci possono apparire più realizzati, più felici, più belli e fortunati, ma la realtà è che non sappiamo cosa succede nelle loro vite. Ognuno ha i propri drammi, le proprie debolezze e le storie tristi, magari non esibite, al contrario delle foto col mojito in spiaggia o coi mariti fighissimi. Nessuno è immune dal dolore, dall'insicurezza, dai rimpianti, i rimorsi, i lutti e le cose della vita su cui non abbiamo alcun potere. Chissà cosa non dice la foto del coktail ai tropici; magari che chi l'ha scattata ha una fifa blu perchè ha speso tutti i risparmi in quella vacanza ma sa che l'azienda per cui lavora sta per chiudere. Chissà quale problema affligge la coppia apparentemente perfetta: ne ho conosciuta una, qualche anno fa; bellissima lei, una di quelle che trasudano girl-power, con un taglio di capelli che ha sempre un senso; belllissimo lui, fisico da urlo, viso anche meglio, e pure gentile e cavaliere.  Quando li vedevo uscire dal loro curatissimo cottage ed entrare nella cappottabile perennemente lucidata di fresco, dovevo trattenermi dalla tentazione di spiarli da dietro le tende e reprimere a forza l'istinto di morire di invidia cieca. Solo quando ho saputo che lui stava lottando contro il cancro ho avvertito tutta la mia pochezza e superficialità.
Stamattina presto, oltre ai pensionati col secchiello e il retino, c'era anche una ragazza col pancione. Il pancione sarà stato di sette o otto mesi e lei avrà avuto forse trent'anni.
Chissà se io avrò mai un bambino.
O magari due.
E soprattutto,  chi sarà il padre?
Ho ventitrè anni; a quest'età potrei essere benissimo madre senza essere considerata precoce. Ma poi, il ricordo del mio passato atteggiamento superficiale interviene a suggerirmi che non solo sono ancora giovane per la maternità; non è nemmeno il momento giusto. Perchè? Vogliamo parlare di quanto è incasinata la mia vita affettiva?
Ci sono due uomini che occupano i miei pensieri:
1. Piergiorgio. Ex-boyfriend, ferita recente, rapporto mai decollato, litigi all'ordine del giorno con relativa rottura e riappacificazione. A volte ne sento la mancanza, mi prende quell'acuto desiderio di averlo vicino, perchè di fatto abbiamo condiviso momenti piacevoli (anche se, forse, non così intensi) e lui è alquanto bello. Ma un figlio con lui non lo farei mai. Troppo cinico. E poi è troppo diverso da me: ci troveremmo sicuramente in disaccordo in materia di educazione.
2. Uomo immaginario. Affascinante, cavaliere, intelligente e sensibile. Mi adora, mi trova bella perfino al mattino, mi ascolta quando parlo, a letto è un mago, padre perfetto, insomma la vita accanto a lui scorre che è una meraviglia. Possibilmente in carne ed ossa (evitare di ripiegare su bamboli gonfiabili, prodotti onirici o improbabili fantasie con attori hollywoodiani).
Ecco, appunto.
Be grateful for what you have: sii grato per ciò che hai. Chissà che non scopra che, per motivi che nemmeno immagini, non siano gli altri ad invidiare te.

Foto: Gonghuimin468, Pixabay
Seguimi su Facebook

Nessun commento:

Posta un commento